3 Apr 2019
Alla fine di febbraio 2019, un po’ in sordina, l’ANVUR ha emanato il tanto atteso nuovo “Regolamento per la classificazione delle riviste nelle aree non bibliometriche”. A differenza delle cinque versioni del regolamento uscite tra il 2015 e il 2017, questa presenta differenze sostanziali e risulta difficile il confronto del testo. A quel punto sono stato costretto a rileggermelo tutto, e già che c’ero ho riassunto i (nuovi) requisiti per la classificazione delle riviste.
7 Aug 2018
Git è un sistema di controllo versione distribuito estremamente famoso e diffuso, al punto da essere entrato nel patrimonio di competenze di base che penso sia opportuno avere se si lavora con computer e dati, di qualsiasi tipo. Non a caso è anche incluso tra le competenze offerte nel progetto Library Carpentry, che si rivolge ai bibliotecari.
Ma cosa vuol dire controllo versione distribuito? È un software che consente di tenere traccia dei cambiamenti che avvengono sui file a cui lavoriamo (e quindi della loro versione). Pensato per il codice sorgente del software, può essere analogamente utilizzato per la gestione di dati e testi, se lavoriamo con file di testo semplice (Go plain text!). È distribuito perché non si basa su un unico server centralizzato: può essere usato in locale – sul nostro PC – quindi sincronizzato su un server esterno e da lì condiviso e sincronizzato con vari altri utenti. È anche software libero, per cui possiamo utilizzarlo liberamente e per ogni scopo.
6 Aug 2018
Nelle mie oscillazioni tra ordine maniacale e caos, ci tengo ad avere un po’ di ordine in certe cose: ad esempio negli account su GitHub. Desidero infatti averne due distinti, uno per le mie cose personali e uno per le cose di lavoro. La procedura non è complessa ma va ricordata ad ogni inizializzazione di un nuovo repository (e ad ogni cambio di computer).
30 Mar 2018
Nel mio lavoro, un servizio universitario per la pubblicazione di riviste scientifiche ad accesso aperto, non abbiamo mai fornito alcuna soluzione per l’impaginazione e la composizione tipografica degli articoli. Le riviste, prive di supporto in questo lavoro non semplice, hanno esplorato varie strade, perlopiù legate alle abitudini degli autori (e quindi anche degli editor) nei propri ambiti disciplinari. Le due principali opzioni sono l’uso di LaTeX, per quelle poche e fortunate discipline nelle quali gli autori sono abituati all’uso di questa tecnologia di composizione tipografica, e l’affidamento a professionisti esterni – normalmente utenti di InDesign. Queste due opzioni sono evidentemente limitate a poche discipline, o alla (rara!) disponibilità di fondi. Per questo motivo la maggioranza delle nostre redazioni si è dovuta sempre affidare all’impaginazione tramite Microsoft Word o altri programmi di videoscrittura.
4 Oct 2017
Purtroppo nel mondo delle pubblicazioni scientifiche online le frodi e le scorrettezze sono frequenti. A complicare le cose, spesso non è nemmeno semplice capire se ci si trovi davanti a una frode o più semplicemente a una iniziativa di qualità scadente.
Non parliamo però di predatory publisher, in questo momento, quanto piuttosto di un fenomeno meno trattato: le cosiddette misleading metrics.
22 Aug 2017
Ci sono strumenti che hanno cambiato il mio modo di lavorare e pandoc ha portato sicuramente cambiamenti grandi e – spero – profondi.
Mi ha permesso infatti di sfruttare a pieno il Markdown e i suoi vantaggi, potendo quindi lavorare su semplici file di testo; la transizione dai programmi di videoscrittura (!) come MS Word e Open Office/LibreOffice Write ai file di testo semplice in Markdown e YAML, gestiti da un editor come Atom, si è completata proprio perché con pandoc posso poi convertire il testo in altri formati (e soprattutto in PDF) velocemente e con una buona qualità.